carloforte come un local

Vivere Carloforte come un local


L’anno in cui sono nata, i miei genitori comprarono una piccola casetta in campagna di fronte al mare, in una piccola isola dove il mare è turchese e trasparente tutti i giorni dell’anno, la sera l’odore di focaccia e fainé si propaga tra le viuzze del suo piccolo paesino e la gente parla sempre con un accento curioso.

L’isola di San Pietro è la piccola isola, nell’isola sarda, dove Carloforte è il suo altrettanto piccolo e unico centro abitato. Il resto sono 33 chilometri di costa, tra spiagge dalla sabbia fina e bianca (sì, come quella che si vede nelle cartoline), rocce a strapiombo sul mare, paesaggi lunari che si scontrano con l l’acqua e tanta macchia mediterranea.

 

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Va bene, va bene, lo ammetto, sono di parte!

Essendoci cresciuta, buona parte dei miei ricordi di infanzia e gioventù è legata a quest’isoletta. Per tanti anni ho smesso di andarci, specie nel periodo universitario, perché in realtà d’estate lavoravo sempre, quindi non c’era tempo di stare sdraiata in spiaggia a godersi l’azzurro del mare e a settembre era già da tempo di tornare sui libri (oltre che a Roma, dove ai tempi vivevo!).

Ma se state pianificando il vostro itinerario in Sardegna e siete alla ricerca dei miei consigli local, tra la mia top list vi proporrò sempre lei: Carloforte!

 

Leggi qui tutte le informazioni su come arrivare, dove dormire e cosa fare a Carloforte.

 

Oggi voglio raccontarvi di come vivevo l’isola quand’ero piccola e farvela conoscere un po’ con i miei occhi 🙂

 

Quando arrivo a Portovesme (da dove partono i traghetti per l’isola) e sento l’odore di mare, misto all’odore del porto, mi ricordo sempre la gioia che provavo da piccola, a salire su quella nave che vedevo grandissima! Mi è sempre piaciuto vedere ogni singolo momento dell’imbarco, le auto che entrano dentro, il portellone che pian piano si chiude, il traghetto che si allontana pian piano dal porto. E poi l’arrivo: pian piano il traghetto che attracca, le funi che vengono legate e il portellone che nuovamente si apre pian piano e si appoggia nella strada facendo un suono inconfondibile. “E’ arrivato il traghetto”. La gente che aspetta all’uscita i propri cari o conoscenti, le auto che passano nel lungomare e le persone che passeggiano in piazza.

Il paesino di Carloforte si espande davanti a ad una grande piazza, con un lungomare, dove la gente fa le “vasche” avanti e indietro e nelle occasioni speciali si siede ai tavolini della gelateria a mangiare una “parigina”, una coppa con i gusti a piacere e la panna montata. Il mio preferito era il gelato di “Puffetto“, così sopranominavano il proprietario della gelateria in piazza, quella vicino al “carruggio“, una minuscola stradina dove da bambina, entrare là dentro, era l’atto di coraggio più grande. Se riuscivi a percorrerlo tutto per sbucare nella piazza dei quattro sedili eri un errore degno di nota e gli altri bambini ti rispettavano e avevano quasi “paura” di te, chissà a cos’altro saresti stato capace! 😛

 

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Passeggiando verso la “diga”, dove oggi si possono ammirare tutte le barche  “dei ricchi”, una volta andavano le coppiette a baciarsi! Non c’erano tutti sti ricchi che frequentavano l’isola e la diga era un luogo oscuro e appartato, perfetto per fare cose “losche” (tipo fumare una sigaretta, cosa super proibita e trasgressiva per dei poveri pre adolescenti che cecavano di imitare “i grandi”). Era anche proibito andare alla diga per noi, perché era troppo buio ed appartato, per questo più ci dicevano di non azzardarci ad andare, più ci andavamo!

D’estate c’era il Luna Park, eravamo fissati con gli autoscontri, con la musica a palla, era un po’ come andare in discoteca, visto che a 12-13 anni eri ancora piccolo per andare al “Guardia Mori” o al “Mariln” le due discoteche dell’isola!

Le notti erano lunghissime, rimanevi fino tardi in piazza: i bambini a giocare, a rincorrersi, a raccontarsi storie di terrore, a pattinare e andare in bici, per poi morire di sonno tra le gambe dei genitori! I ragazzi stavano seduti negli scalini, sempre in piazza, aspettando le 3 del mattino per andare a ballare! (Carloforte ha e sempre ha avuto un jet leg tutto suo!).

I grandi stavano a chiacchierare o seduti ai tavoli delle gelaterie, o nelle panchine fronte mare, o nella piazza dei quattro sedili o a passeggiare su e giù per la piazza, con bambini addormentati in braccio al seguito…!

 

 

Tornando ora da grande, la situazione mi sembra più o meno sempre la stessa, se non che ci sono più ristoranti e locali dove bere un drink (cosa che ai tempi mi sembra non si facesse così tanto!).

Uno dei miei preferiti è “A Galaia” che si trova in uno dei tanti carruggi tra la piazza e il Cavallera (una volta era il cinema del Paese, ora non so se lo sia ancora…!).

A parte la ricca cucina di pesce, Carloforte ha una gastronomia molto simile a quella ligure (viste le sue origini e la sua storia che la unisce a questa regione!). Da piccola amavo le pizze dell’Ancora (che stava in piazza, vicino alla piazza dei quattro sedili, ,chissà se esiste ancora!). Oggi quando vado non posso perdermi la focaccia con lo stracchino e la fainé (troppo buone!), io vado sempre nella piccola pizzeria al taglio che sta nella piazza della fontana, proprio accanto al bar (che per la cronaca fa uno dei gelati più buoni!). Oppure nella via parallela, dietro la piazza, c’è un’altra piccola pizzeria da asporto che vende pizzette e focacce, tutti i local comprano lì, quindi aspettatevi di fare la fila!

 

 

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Focaccia e pizzetta

 

La mattina è di rito la colazione al bar di “Cipollina” che si trova in piazza nella parte che collega la piazza principale a quella dei quattro sedili. Il servizio è terribilmente lento, ma le paste, le pizzette a sfoglia e i tramezzini, così come il caffè e il cappuccino sono buonissimi!

Poi tra i carruggi si diffonde sempre un buonissimo odore di paste appena fatte, torte e pesto! Se andate nella via XX Settembre fermatevi alla pasticceria Luxoro, comprate il pesto (lo fa buonissimo!), i cassulli (la pasta tipica di Carloforte, fatta rigorosamente a mano!) e la torta di ricotta, ma state attenti a non mangiarvela tutta in un boccone!

 

Quando andavamo al mare con i miei genitori andavamo quasi sempre o alla Bobba o da Guidi. La verità è che la casa dei miei sta proprio lì davanti, quindi era molto più comodo spostarsi così! La fortuna è che sono anche due delle spiagge più belle (anche se fare una classifica di spiagge belle risulta difficile!).

Alla Bobba c’è un chiosco, gestito dalla stessa famiglia da sempre! Quand’ero piccola giocavo sempre con i figli. Oggi quei figli sono i gestori del bar, e son terribilmente uguali ai genitori, così che ogni volta vado, sembra che il tempo non sia mai passato e che siano ancora i genitori a vendere gelati e focacce!

 

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Le focacce della Bobba: le amavo e continuo a farlo, nonostante le infinite dosi di colesterolo! La focaccia della Bobba è una tipica focaccina carlofortina (“ina” per modo di dire…”), che loro riempiono a loro modo. Quella “della casa”, che fanno da sempre, è ripiena di: tonno, pomodoro, maionese, wustel, prosciutto, formaggio e insalata, per digerirla meglio! Se passate di lì non perdetevela!

 

Oggi in spiaggia affittano i sup. In una giornata di mare calmo affittatene uno e andate a farvi una remata verso la costa sulla destra, potrete arrivare fino alle “Colonne”, che mi hanno detto non esistano quasi più oggi perché una mareggiata fortissima se le è portate via!

 

Dalla spiaggia della Bobba, se andate sempre verso destra, si dirama un cammino (non c’è segnale ne niente, solo gli avventurosi e i local sanno della sua esistenza!), camminate verso su e potrete arrivare ad una parte con gli scogli, dove il mare è terribilmente trasparente e azzurro e in cui potrete avere un attimo di pace e isolamento (non in Agosto però!). Continuando a camminare arriverete a un “mirador” dove potrete ammirare quel che rimane delle Colonne e un bellissimo tramonto!

 

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Quello che rimane delle Colonne

 

Un po’ più avanti della spiggia della Bobba, passando la spiaggia dei “Lucaise”, la strada va in discesa e poi in salita. Bene, dopo la salita girate per “la Conca”, ma prima di andare a scoprire quasto angolo fatto di scogli con piscine naturali, dove generazioni di coraggiosi si cimentano in tuffi…andate sempre dritti e arrivate al “fortino”. Si tratta di un vero e proprio fortino, credo risalente ai tempi degli spagnoli, un po’ trascurato, ma da cui si ha una vista spettacolare sul mare e sulla costa, dove ci si puo’ arrivare solo in barca.

 

Tornando nella via principale, continuando sempre dritti, si scende giù verso la “Caletta”. In quella pineta verde prima di arrivare alla spiaggia, una volta c’era un campeggio, non so se esista ancora! Da piccola andavamo con “i grandi” a ballare il sabato sera. Erano i tempi del Hully Gully, la Lambada, Saturday Night e Fai come Simone!

Il paesaggio della Caletta è stroncato da una colata di cemento per anni rimasta in costruzione. Mi hanno detto che da poco son riusciti a finire i lavori e che sia (o sarà) un hotel di lusso, ma pare ci sia una “maledizione” su questo edificio, secondo cui, per aver rovinato il paesaggio naturalistico, nessun business avrai mai successo qui: la vendetta di Madre Natura!

 

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Il grande albergo fantasma della Caletta a Carloforte

 

Gran parte della costa che va dalla Caletta fino alla Punta è visitabile per lo più in barca (fatelo per favore!!).

In alcuni punti il colore dell’acqua è così verde che sembra irreale!

 

Prendendo la strada antica per tornare in Paese o girando al cimitero verse destra, si arriva allo svincolo per andare verso Nasca, Cala Fico e il Faro.

Il Faro è da dove potrete avere lo spettacolo del tramonto più bello!

 

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Nasca è un luogo in cui non è così semplice arrivare, dovrete inoltrarvi verso Guardia Mori e seguire un po le indicazioni, un po’ andare a naso.

Vi renderete conto di essere arrivati, per i due grandi pali eolici abbandonati che dominano la zona, rendendo l’atmosfera molto mistica. Scendendo verso il mare questa atmosfera si fa sempre più misteriosa, sembra infatti di essere arrivati sulla Luna!

 

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Tornando verso il Paese andate verso il sud dell’isola, direzione la “Punta”.

In questa zona scogliosa, dove c’è il passaggio dei tonni e le famose “tonnare”, vedrete una casetta, proprio di fronte al mare, che oggi è bella e ristrutturata, ma che fino a qualche anno fa era abbandonata.

Dietro questa casa si cela una storia di terrore (vera purtroppo!). Infatti qui viveva una anziana signora, una contessa di Viterbo. Era una pittrice, e come molti artisti, amava la solitudine e il contatto con il mare. Una notte, nel tentativo di una rapina, tre giovani la accoltellarono. Fu una storia di violenza che colpì molto l’isola (che è uno dei posti più sicuri al mondo!). I tre vennero scoperti e incarcerati. La casa rimase per tanti anni abbandonata, soprannominata “la casa del terrore”, fino a quando poi qualcuno se l’è comprata, l’ha rimessa a posto e ora ci vivono.

Voi vi sentireste comodi a passarci anche solo una notte?

 

 

La Punta è un luogo ricco di energia e di mistero. A parte la storia dell’orrore che vi ho appena raccontato, qui è dove si pescano i tonni durante le tonnare. Io non ho mai assistito e questo macabro spettacolo, ma mi hanno detto che l’acqua diventa rossa per il sangue dei poveri tonni.

Nei giorni di maestrale e tramontana, il vento soffia fortissimo qui e il mare è in tempesta, liberando tutta la sua energia e maestosità. Il mare bisogna rispettarlo. Per questo in questi giorni è proibito andare in giro in barca ma anche solo avvicinarsi all’acqua in questo punto. Un onda improvvisa potrebbe valervi la vita.

Di fronte alla Punta si vede l’isola dei topi, una piccolissima isola disabitata, dove si dice vivano unicamente i topi. E un pò più in là invece, si trova l’isola Piana. Un piccolo limbo di terra dove si trova unicamente “Residenza Villamarina”, un condominio costituito da spazi e residenze private, a cui si puo’ accedere solo e unicamente se si è residenti o su invito di uno dei residenti. Al momento circa 200 persone vivono qui, prevalentemente d’estate. Non ci sono trasporti pubblici per arrivare all’isola Piana, ma solo con imbarcazioni private.

 

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L’isola Piana dalla barca

 

 

Cosa dite? Vi ho fatto venire voglia di andare a Carloforte?

 

 

 

 

 

 

 

 


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5 commenti su “Vivere Carloforte come un local

  • marco

    Buon giorno Roberta
    mi chiamo Marco e scrivo dalla prov. di Savona, Albissola Marina. Sono più di 20 anni che soggiorno in vacanza sull’isola nel mese di settembre. L’ho conosciuta tramite un amico che da circa lo stesso tempo vi si e’ trasferito e dove tutt’ora vive con famiglia e fa il pescatore. Credo di amare veramente quest’isola, fin dal mio primo viaggio di tanti anni fa. In questi ultimi anni mi sta sempre più stuzzicando l’idea di venirci a vivere. Ho 56 anni sono sposato con moglie che adora almeno quanto me questo meraviglioso posto. Non abbiamo però ancora deciso se trasferirci definitivamente oppure alternando la permanenza con soggiorni nella nostra attuale dimora ligure; da ciò dipende quale tipo di investimento immobiliare sarebbe più congeniale, una casa con piccola metratura intorno ai 70 mq. oppure una abitazione con una metratura più importante nel caso si trattasse di trasferimento definitivo. A settembre saremo sull’isola per 3 settimane e contiamo di contattare qualche agenzia immobiliare per iniziare a visionare qualche immobile in vendita e per iniziare a farci qualche idea sull’entità dell’investimento. Scusami se ti ho raccontato queste cose, ma avendo letto piacevolmente la tua storia credo che qualche tuo consiglio sarebbe gradito.
    Un caro saluto
    Marco.

    • comeunlocal L'autore dell'articolo

      Ciao Marco!
      Carloforte è bellissima! In qualsiasi periodo dell’anno, se ti piace la natura e la pace, è il luogo ideale 🙂
      Secondo me una casa in campagna ma non lontano dal Paese (per esempio nella zona del Giunco) è l’ideale!
      In bocca al lupo con la ricerca

    • Fiore

      Ciao Marco ho letto la tua idea,ma come faresti per andare in un ospedale quando magari il tempo non fa arrivare il traghetto,ed in estate con i turisti come la metti?ciao e fammi sapere che hai deciso saluti fa fiore

  • Cervellati Donatella

    Quando andrò in pensione è mio desiderio trasferirmi in un posto tranquillo dal clima mite, mi affascina molto Carloforte,