verdure nell'orto di Giampiero in Marmilla

L’orto in Marmilla e una lezione di Madre Natura


L’altro giorno, in uno dei miei tanti momenti morti, scorrevo le stories su Instagram. Tra quelle di una delle mie pizzerie preferite di Cagliari, mostravano da dove arrivavano i loro prodotti (freschi, buoni e a km0). Tra le verdure c’era Giampiero, che ha un piccolo (ma non tanto!) orto in Marmilla.

Così, complice il bel tempo e il poter finalmente viaggiare in Sardegna, siamo andati a fare una gita in Marmilla. E’ una zona della Sardegna poco distante da Cagliari, dove si percorrono campagne circondate da grano, pecore e nuraghi. Propio qui in zona, a Barumini, si trova uno dei complessi nuragici più grandi, importanti e famosi dell’isola.

Marmilla, Sardegna

La Giara di Gesturi in Marmilla

 

 

Qui vicino c’è Siddi, dove ho trovato l’orto di Giampiero. E’ un piccolo agricoltore che coltiva diverse tipologie di verdure, seguendo i ritmi dettati da Madre Natura.

Nei grandi campi che si estendono in questa terra antichissima dove affondano le nostre radici sarde, ho trovato zucchine, insalata, cipolle, broccoli, cavoli e patate.

Giampiero ci ha mostrato tutti i campi e mi ha portato a raccogliere quello che volevo. Che bello è potersi cogliere il proprio cavolfiore? L’odore di verdura appena colta è davvero unico.

Ma l’emozione più grande è venuta quando ho raccolto le patate.

Come sapete, le patate si trovano sotto terra. Per coglierle bisogna afferrare la piantina e con delicatezza facendo dei piccoli giri, toglierla via dalla terra. Viene fuori una sorta di mazzetto pieno di patate di tutte le grandezze (a me fanno impazzire quelle piccole piccole cotte al forno, intere, con la buccia!). Poi bisogna scavare con le mani la terra perché rimane sempre qualcuna interrata.

E’ come cercare un tesoro!

Raccogliendo patate in Marmilla, Sardegna

 

Finita la raccolta, quel che rimane della piantina si butta via. Stesso discorso per i cavoli. Una volta colti, la piantina bisogna toglierla e tornare a seminare.

Ho provato un po’ di tristezza nel sapere che avevo appena dato fine al ciclo della pianta, ma, come sappiamo, questa è la vita: un ciclo.

 

Madre Natura da sempre una visione di quello che è la nostra vita, dovremo fermarci più spesso ad osservarla.

Da un semino minuscolo nasce, giorno dopo giorno, grazie al calore della terra, l’acqua e la luna, una minuscola piantina. Quand’è così piccola bisogna fare super attenzione dando l’acqua perché se ce la buttiamo sopra o ne diamo troppa, si staccherebbero le radici e la piantina morirebbe. Così è meglio mettere il contagocce, e piano piano dargli acqua in continuazione.

piantina di cavolo nell'orto in Marmilla

 

Poi pian piano cresce, molte volte bisogna dargli anche del concime, perché cresca bene con tutti i nutrienti. E sapete qual’è il concime migliore che esista in natura? Il letame! Sì, perché proprio qui si trovano tutte le sostanze nutritive che aiutano la pianta a crescere grande ,forte, sana per produrre i migliori frutti.

Ma non solo. Il letame serve anche alla terra, a quelle fondamenta indispensabili per far sì che si abbia un ciclo, che dopo aver raccolto i frutti, si possano seminare nuove piante, per dare nuovamente altri, differenti, frutti, più sani e più ricchi di sostanze nutritive.

Quando finalmente cresce il frutto, bisogna essere pronti a coglierlo nel momento giusto.

Non può essere troppo presto, altrimenti non saprà di nulla e non potremo mangiarlo, sarà da buttare via. Ma non possiamo nemmeno aspettare troppo, perché poi succederà come con il cavolo e i ravanelli, che alla fine andranno in fiore e non torneranno mai più a fare i frutti.

Così bisogna stare molto attenti al momento giusto per raccogliere. La patata per esempio cresce poco, però è una bella piantina verde. Basterà muoverla con delicatezza per toglierla via, e nelle radici, proprio dove era impossibile scrutare qualcosa, si trovano le patate! E scavando bene, si scoprono altre patate, bellissime, grandi, pronte proprio per te!

Questo è il regalo di Madre Natura: cibo sano, buono, per alimentarti e crescere in salute.

Una volta raccolto, la pianta ha raggiunto il suo scopo: alimentarti. Così, il ciclo si conclude.

 

raccogliendo cavolo in Marmilla Sardegna

 

Per quanto possa sembrare triste, che si finisca così, Madre Natura ha bisogno che se ne apra uno nuovo, è sopravvivenza. Se non si pianta nuovamente un’altra pianta, la terra diventerà dura, arida, perderà pian piano le sue sostanze nutritive. Per questo avremo bisogno di ripulire la terra dalle erbacce, buttare via le vecchie piante, molte in decomposizione o attaccate alla terra con le sue radici, ma senza produrre nulla.

E’ un passaggio obbligatorio perché la terra possa tornare a darci nuovi frutti per vivere.

Così si zappa, si passa con l’aratro, a volte si aggiungono nuovi concimi, come nel caso in cui le vecchie piante non avessero dato abbastanza frutti.

E una volta “ripulito” il suolo, lì inizia un nuovo ciclo: un nuovo seme, una nuova piantina, una nuova crescita e un nuovo frutto. In un ciclo continuo, dai tempi del nostro popolo nuragico, passando per i fenici, i romani, gli spagnoli, i nostri trisavoli, bisnonni fino ad arrivare al nostro orto. La Marmilla è sempre stata qui!

castello di las plassas in Marmilla Sardegna

Las Plassas, piccolo paesino in Marmilla

 

Molte volte ci disperiamo per persone che escono dalla nostra vita, per quel lavoro che perdiamo o quel contratto che non ci rinnovano. Per quella casa dove siamo cresciuti, che bisogna vendere. Per quell’auto, che ci ha portato da qualsiasi parte! Per quel viaggio, che ci ha fatto conoscere terre lontane. Per quella maglietta, che ormai non ci sta più ed è piena di buchi.

Altre volte non capiamo perché siamo circondati da così tanto letame, perché ci imbattiamo in momenti duri, difficili, in situazioni che ci portano a usare tutte le nostre energie.

Ma quel letame, così come serve alla pianta, per rafforzarsi, perché altrimenti morirebbe senza darci frutti, così serve a noi. Perché possiamo imparare a essere più forti, a gestire le situazioni più critiche. Anche il letame è sopravvivenza.

 

Fino ad arrivare ad una fine. Abbiamo dato al mondo i nostri frutti, siamo cresciuti, anche grazie all’amore e alle cure di chi ci ha innaffiato e concimato per tutto questo tempo. E ora, per far si che altre piante nascano, che altri essere umani possano mangiare e nutrirsi, grazie a noi e ai nostri sforzi, dobbiamo andare via noi. Il reciclo è indispensabile per la sopravvivenza e per l’evoluzione.

La “fine” è sempre e solo un passaggio, un chiudere un ciclo, per poterne poi riaprire un altro. E’ evoluzione, è sopravvivenza.

 

 

Siete mai stati in un orto?  Fatemelo sapere nei commenti qui sotto.

 

ps. Trovate l’orto di Giampiero su Instagram e in questa bellissima parte di Sardegna che si chiama Marmilla, a circa 40 minuti da Cagliari, terra ricca di storia e di nuraghi.

verdure nell'orto di Giampiero in Marmilla

Le verdure raccolte all’orto di Giampiero

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